Quando l’età mia ancora era promessa,
e il cor vibrava d’impeto gentile,
fu nel parlar d’un’anima sorella
che mi si svelò l’Amor più sottile.
Non solo il corpo, ma la mente bella
s’innalzò in me con foco quasi ostile,
ché l’alma sua, di luce universale,
mosse la mia in un nodo immortale.
E benché l’anni, con severa mano,
oggi m’avvolgan nel silenzio amaro,
né labbra ho più né ascolto profano,
parmi ieri quel riso puro e raro
che, più del cïel, degli astri e del piano,
mi rivelò il divin nell’essere caro.
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